PAPI E BEATI - PADRE PIO - ANEDDOTI E RICORDIGià l'alba......0 All'inizio del 1967 i religiosi della comunità cappuccina del santuario di S. Giovanni Rotondo cominciarono a caldeggiare l'idea di installare ai piedi del monte Castellana una Via Crucis più comoda e più raccolta di quella che sorge lungo il viale che dal paese porta al convento. «L'occasione propizia, per parlarne col Padre, mi venne offerta da lui stesso. In un giorno di febbraio del 1967, Padre Pio, uscendo dal piccolo coro della vecchia chiesina, ancora estatico per la lunga meditazione ai piedi del Crocifisso delle stimmate e dinanzi alla sacra immagine della Madonna delle Grazie, mi salutò con un ampio sorriso. Approfittando di tanta affabilità e confidenza, mi affrettai ad esporgli l'idea della nuova monumentale Via Crucis. Non avevo ancora finito di parlare, quando il Padre mi disse testualmente: "Fra le tante cose belle, questa che si vuole realizzare adesso è una delle più belle"». (37) La Via Crucis accanto alla tomba di Padre Pio e al suo confessionale, che conosce tanti misteri del tormento umano e della misericordia divina, è un elemento «marginale», la «cornice» di un quadro, un «riempitivo» devozionale o «qualcosa centrale» per i pellegrini che vanno in cerca di Dio? Nel santuario di S. Maria delle Grazie c'è la celebrazione dell'Eucarestia, ci sono i confessionali, ci sono le spoglie mortali di colui che fu «l'angelo della resurrezione per tanti peccatori e che ancora intona l'Alleluia per tanti che lo interrogano», ma è facile partecipare alla celebrazione dell'Eucarestia? - continua a interrogare il card. Ursi -. È facile usufruire del sacramento della riconciliazione con Dio? Riescono tutti a percepire nel silenzio del Padre le sue arcane parole ammonitrici e ispiratrici? La Via Crucis che è l'opposto della via che percorriamo nel mondo tutti i giorni, ci rimette alla ricerca dell'Amore, della gioia per la via del pentimento e del sacrificio: «Chi vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua» (Lc. 9,24), verso il Padre del Cielo e verso i fratelli della terra nel clima della pace. «Salendo con l'animo meditativo per le balze faticose della sacra montagna e sostando alle stazioni della Via Crucis, noi pellegrini, assieme a Padre Pio, l'umile e grande cireneo di Cristo utilmente effigiato nella V stazione, veniamo portati dallo Spirito Santo, sotto gli occhi incoraggianti di Maria, che ci attende al vertice della santa via, a comprendere e ad assimilare il mistero della morte e della resurrezione di Cristo [...]. La Via Crucis acuisce la sete della penitenza e della riconciliazione con Dio e coi fratelli, che si consegue nel sacramento della Confessione, acuisce la fama della vita divina, che viene soddisfatta alla Mensa Eucaristica, rende più viva nel travaglio umano di ogni giorno la "beata speranza" e l'attesa del ritorno del Signore Gesù, giudice e sposo. Chi si esercita bene nella devozione della Via Crucis - ora purtroppo, per un aggiornamento mal inteso della pietà cristiana, tanto vilipesa; ma tanto ricca di valori e di impulsi cristiani - usufruisce bene dei Sacramenti, che sono tutti espressione del ministero pasquale di Cristo, e imbocca la via della Vita. Padre Pio è morto; ma continuerà attraverso le stazioni della Via Crucis, che inizia dalla sua tomba, ad accompagnare nel suo fascino di cireneo di Cristo e di crocifisso con Cristo, verso la vera Vita i pellegrini e a parlar loro nel profondo dello spirito del mistero di amore e di dolore e di speranza e, attraverso loro, al mondo. Se S. Giovanni Rotondo, la cittadina che è destinata a far risuonare vivo e cogente il messaggio di Padre Pio, non avesse la Via Crucis, non avrebbe voce efficace per lanciare l'appello alla rinascita cristiana» (38). Padre Pio ha radunato intorno a sé una «clientela mondiale - diceva Paolo VI al generale dei Cappuccini perché «uomo di preghiera e di sofferenza». Il 25 maggio 1971 il padre generale durante la celebrazione della santa Messa per tutti i benefattori, ricordando tale udienza pontificia, faceva notare che sofferenza e preghiera è l'essenziale nella vita di Padre Pio; tutta la sua vita fu «una continua Via Crucis, per cui egli diventò davvero il "rappresentante di Nostro Signore, 'stampato' dalle sue stimmate" [...]. Quella preghiera continua, umile, fidente che tante grazie strappava dal cuore di Dio; e quella sofferenza che gli veniva dalle ferite sempre aperte nella sua carne, e dalla penitenza eccezionale, a cui egli volontariamente si sottopose per tutta la sua vita. Ora quella Via Crucis si concretizza nel bronzo e nella pietra, si perpetua attraverso i secoli, in modo plastico e visibile, sulla montagna, accanto al convento, dove egli pregò, sofferse e rese la sua bell'anima a Dio. Mi sembra che i miei carissimi figli e fratelli cappuccini di S. Giovanni Rotondo, unitamente ai devoti e figli spirituali di Padre Pio, sparsi in tutto il mondo, non potevano realizzare nessun'altra opera, che meglio di questa ricordasse a tutti quella dolorosa Via Crucis, che il venerato Padre percorse nei suoi lunghi anni di terrena esistenza» (39). Ci piace concludere ribadendo l'idea che Padre Pio non soltanto non è un frutto fuori stagione, ma è il dono di Dio nel quale si legge la vera realtà del nostro tempo, autentico testimone di «evangelizzazione e promozione umana» (40). Un uomo che sta crocifisso per mezzo secolo, Dio che compie cose inaudite, cose che non hanno riscontro a nessun'altra esperienza nel nostro secolo, cosa vuol dire?: «Il fatto di Padre Pio è quello nel quale si legge la vera realtà del nostro tempo, ecco il contesto. Sapete perché Gesù Cristo è andato in croce? È andato in croce per i peccati degli uomini e quando nella storia compare qualche crocifisso con i motivi di credibilità, vuol dire che il peccato degli uomini è grande e che per salvarli occorre che qualcuno rivada sul Calvario, rimonti in croce e stia lì a soffrire per i suoi fratelli» (41). Il nostro tempo ha bisogno di gente che offra quello che l'Unigenito Figlio ha sofferto: la sofferenza, e Padre Pio non è il solo, ma «certo è stata la manifestazione, in questo secolo, più rilevante». Tutta la sua sofferenza deve essere guardata sotto questa prospettiva: la sua sofferenza sta in cima alla sofferenza di tutta la gente che soffre. «Le controversie sollevate anche per la difesa fatta male e a sproposito da taluni zelanti e non sempre ragionevoli non velano il bene, la sofferenza, l'esempio. Il suo caso sta in testa. Credo però che dietro a lui ce ne sia una schiera. A suo tempo forse il mondo saprà. Rispettiamo i segreti di Dio, ma qui c'è tutto il fatto di Padre Pio: le sofferenze per i peccati degli uomini. Forse se non ci fosse questo peccato nel mondo in tutte le direzioni, grave, greve, opprimente, manifestato con satanica malizia, il suo caso sarebbe diverso, forse Dio avrebbe dato i suoi doni mistici a Padre Pio senza obbligarlo a stare mezzo secolo attaccato alla croce. Ma non è così. È un segnale divino [...]. Un giorno il mondo saprà tante cose che noi non sappiamo. Una cosa ci rimane. Quello di cui c'è bisogno oggi non è che si facciano stupidaggini, che si debordi dai limiti della ragionevolezza, del buon senso, che si gettino via sacri usi i quali hanno custodito la grazia del Signore per tanto tempo. Non è questo che Dio chiede a noi. Iddio chiede che tutti portino la loro croce e l'abbraccino. Sappiamo che quando accolgono la loro croce e l'abbracciano diventano benefici per gli altri. Perché c'è questa reversibilità dei meriti: in uno siamo stati salvati tutti. Nell'applicazione della Redenzione molti, moltissimi possono salvare molti. E questo è l'insegnamento di Padre Pio» (42). E se, in senso cristiano, la gloria di un uomo, chiunque sia ed a qualunque professione o categoria appartenga, consiste nel bene che fa, nella misura in cui si sacrifica ed ama gli altri e non vi è gloria suprema se non nel dono totale, considerando il bene che ha fatto e i sacrifici che ha sopportato (era tutto un sacrificio) per gli altri, Padre Pio deve dirsi un uomo pieno di gloria. Monsignor Adolfo Tortolo, arcivescovo di Paranà (Argentina) è convinto della «straordinaria santità» di Padre Pio, che «ha commosso il mondo e che lo continuerà a commuovere. Comincia ora - scrive l'illustre presule - il lavoro storico, che porgerà agli occhi umani pagine meravigliose di lavoro divino compiuto con lui. Sarà certamente un nuovo "dono", una nuova "grazia" che Dio darà agli uomini» (43). Alla fretta di quelli che subito vorrebbero Padre Pio innalzato agli onori degli altari fa riscontro la «prudenza» della Chiesa, che non deve essere interpretata come «indifferenza», perché nessuno potrà provare gioia più grande dei suoi rappresentanti, quando alla conclusione dei processi canonici, che non sono soltanto delle formalità, sarà decisa la proclamazione della venerabilità del Servo di Dio e poi quella più solenne della beatificazione e della santificazione «ufficiale»; perché «non spetta alla Chiesa stabilire il grado di gloria partecipato da Dio al suo servo fedele», ma solo «dichiarare il fatto dommatico, secondo l'espressione classica della teologia, che quel suo degno figlio fa parte della Chiesa celeste, senza pretesa alcuna di determinarne il momento. Se al buon ladrone Gesù sulla Croce ha detto: "Oggi sarai con me in Paradiso", si può pensare a maggior ragione che lo stesso dono sia stato fatto ad un Religioso dalla vita santa come Padre Pio nel momento stesso del sereno transito» (44). Anche per Padre Pio si annuncia l'alba della sua glorificazione «ufficiale». Il 4 novembre 1969 la curia generale dell'Ordine dei padri Cappuccini firmava la domanda al vescovo monsignor A. Cunial, amministratore apostolico dell'archidiocesi di Manfredonia, di aprire il processo di beatificazione e canonizzazione di Padre Pio. Il 23 successivo il Vescovo notificava al postulatore generale dell'Ordine di aver iniziato la raccolta delle informazioni per la fase preliminare del processo stesso. E la documentazione, raccolta in diocesi secondo le norme vigenti, fu consegnata alla Congregazione per le Cause dei Santi da monsignor Valentino Vailati, arcivescovo di Manfredonia, il 16 gennaio 1973. Lieta notizia e fondata speranza. Fra le lettere postulatorie inviate al Sommo Pontefice, riportiamo qualche brano di quella della Conferenza Episcopale della Polonia, firmata da due eminentissimi Cardinali e da quarantatre Arcivescovi e Vescovi, il 3 maggio 1972: «Beatissimo Padre, Padre Pio da Pietrelcina, sacerdote professo dell'Ordine dei Frati Minori Cappuccini, può essere annoverato tra gli uomini consacrati a Dio, che, insigni per preclare virtù, sono morti in fama di santità. Alcuni di noi hanno visto con i propri occhi Padre Pio e il suo apostolato; altri hanno attinte notizie da coloro che lo vedevano, lo ascoltavano e scrivevano di lui, tutti noi siamo persuasi della santità di vita e della speciale missione di quest'uomo di Chiesa. Questo è provato dalla sua lunga vita esemplare, adorna di virtù, principalmente di continua preghiera con speciale devozione verso la Passione di Nostro Signore Gesù Cristo e verso la beatissima Vergine Maria, di diversi eroici sacrifici e di penitenza, di ammirevole apostolato, sgorgante dall'amore di Dio e del prossimo. Questa lunga vita esemplare è ben nota in tutto il mondo cristiano, ed anche nella nostra patria». La conferma e la comprova della sua fama di santità sono le sue opere: «Casa Sollievo della Sofferenza» e i «Gruppi di preghiera», che sono in continua espansione ed apportano benefici frutti sotto l'aspetto religioso e sotto l'aspetto sociale; e le diverse e molteplici grazie, che i fedeli attribuiscono alla sua intercessione. «In un'epoca nella quale, spesso, tante cose non vere e non rette si proclamano della vita religiosa, dell'apostolato dei religiosi, della dignità e dei doveri dei sacerdoti, la persona di Padre Pio, religioso e sacerdote a noi contemporaneo, col suo modo di vivere e con la sua attività, offre al mondo inquieto un ottimo e desiderato esemplare di un uomo ripieno di Dio su questa terra». Il Concilio Vaticano II richiede dai religiosi un apostolato, che «essi sono tenuti a promuovere soprattutto con la preghiera e con la penitenza della loro vita» (Christus Dominus, n. 33); e lo stesso Concilio richiede che «i Religiosi sacerdoti [...] siano provvidenziali collaboratori dell'Ordine Episcopale [...], date le aumentate necessità delle anime» (ivi, n. 34). «Tutte queste cose sono palesemente manifestate in Padre Pio, uomo "divenuto preghiera" e uomo di inenarrabili sacrifici per i peccatori; sacrifici che provenivano dalla retta cognizione dell'ufficio sacerdotale di cooperare con Cristo all'opera della redenzione, completando nella propria carne ciò che manca alle tribolazioni di Cristo, in vantaggio del Corpo di lui, che è la Chiesa (Col. 1, 24). Tenendo presente tutto questo e considerando la fama di santità, che anche in Polonia esiste e continua e che si manifesta specialmente nelle preghiere, che i fedeli rivolgono a Dio per ottenere le grazie più diverse per intercessione di Padre Pio, abbiamo ritenuto opportuno pregare la Santità Vostra, perché si degni d'introdurre la Causa di Beatificazione e Canonizzazione di questo servo di Dio, per la maggior gloria di Dio e per utilità della santa Chiesa» (45). Nel ricordo vivo del loro confratello, «ottimo e desiderato esemplare di un uomo ripieno di Dio su questa terra», religioso e sacerdote a loro contemporaneo, i capitolari della provincia cappuccina di Foggia, impegnati nell'ansiosa ricerca di nuovi metodi di lavoro, come testimonianza e presenza di Dio tra gli uomini, vedono «un segno dei tempi in un fatto storico emergente quale la vita di lavoro e di passione del Padre Pio da Pietrelcina. Questi, pur presentandosi al mondo contemporaneo nella forma classica del Cappuccino, ha seminato con mezzi tradizionali e nuovi, fermenti di redenzione umana e cristiana, in tutti gli strati sociali, perché la novità non era in lui forma esteriore, ma rinnovamento interiore nello sforzo quotidiano di andare verso Dio nell'incontro con tutti gli uomini. In lui l'Incarnazione ha riassunto il suo significato storico di impoverimento nella forma di servo per arricchire il mondo della forma di Dio; come Gesù nel perimetro del Lago di Genezareth aveva incluso nel vincolo dell'amore di Dio e degli uomini l'universo intero, così Padre Pio dalle anguste dimensioni di un chiostro ha attirato alla Croce vivente nella sua carne soprattutto l'umanità sofferente ed ha ridato alla stessa il senso di Dio. Il suo passo cadenzato e stanco risuonava e risuona ancora come l'avanzarsi del Cristo povero, umile, carico di Croce». E la dichiarazione capitolare (4 luglio 1972) termina con un augurio, a nome di tutti i frati della provincia cappuccina di Foggia, auspicando che «al più presto la dignità e la attualità dell'esempio di Padre Pio da Pietrelcina vengano riconosciute e presentate in modo solenne alla Cristianità dalle competenti Autorità ecclesiastiche» (46). Il 23 ottobre 1982, la Sacra Congregazione per le Cause dei Santi tenne una riunione, nella quale discusse l'opportunità o meno di concedere all'Arcivescovo di Manfredonia la facoltà di aprire il processo cognizionale sulla vita e le virtù del Servo di Dio Padre Pio da Pietrelcina. Il parere dei membri di quel Sacro Dicastero fu favorevole e Sua Eminenza Reverendissima il Cardinale Pietro Palazzini, Prefetto dello stesso Dicastero, in data 29 novembre 1982, presentò in merito una relazione al Santo Padre Giovanni Paolo II, il quale, nello stesso giorno, approvò e confermò il responso della Sacra Congregazione per le Cause dei Santi. In tal modo veniva aperta la via alla costituzione del Tribunale ecclesiastico, che, nell'Archidiocesi di Manfredonia, deve celebrare l'atteso processo cognizionale. Il Tribunale si è costituito a San Giovanni Rotondo, nel Santuario «Santa Maria delle Grazie», domenica 20 marzo 1983, e si è concluso in sessione pubblica, nello stesso Santuario, domenica 21 gennaio 1991. In sette anni di lavori ha interrogato 73 testimoni ed ha raccolto una imponente documentazione (104 volumi), che è stata consegnata alla Congregazione delle cause dei santi. Questa, dopo circa dieci mesi di attento esame, il 7 dicembre 1991, ha emesso il decreto «de validitate» sul processo diocesano ed ha nominato il padre Cristoforo Bove dell'Ordine dei frati minori conventuali relatore ufficiale per la preparazione della «positio super virtutibus». Intanto dobbiamo ricordare che, il 23 maggio 1987, il Santo Padre Giovanni Paolo II è andato in visita pastorale a San Giovanni Rotondo e si è fermato in preghiera sulla tomba di Padre Pio. Nel corso di quella visita ha pronunziato tre discorsi, che qui di seguito pubblichiamo per intero (cf. Appendice). (1) Cf. LAVELLE L., Quattro Santi, Brescia 1953, pp. 30-40. (2) MONDRONE D., La vera grandezza di Padre Pio, S. Giovanni Rotondo 1969, p. 23s. (3) URSI card. C., Il messaggio di Padre Pio, in Voce di Padre Pio 2 (luglio-agosto 1971) 4. (4) ROSSI C., vescovo di Biella: Egli continua a fare del bene col suo ricordo, in La Casa Sollievo della Sofferenza 20 (16-31 genn. 1969) 5. (5) LENOTTI G., vescovo di Foggia, Il messaggio di Padre Pio e il messaggio di Cristo, in La Casa Sollievo della Sofferenza 21 (16 febbr.-31 marzo 1970) 11. (6) Sono parole di NICODEMO E., arciv. di Bari, cf. La Casa Sollievo della Sofferenza 20 (16-21 marzo 1969) 11. (7) Cf. LLAMAS E., Chiesa, in Dizionario enciclopedico di spiritualità, diretto da ANCILLI E., Roma 1975, col. 374a. (8) Perché la nostra affermazione non sembri stravagante, basta confrontare la dottrina del Magistero (Enchiridion Vaticanum, ed. Dehoniana in tre voll.; Insegnamenti di Paolo VI della ed. Vaticana, finora, 1976, voll. 14; e gli studiosi, quali LLAMAS E., Chiesa art. cit., coll. 369-375 (con bibliografia); VODOPIVEC G., Chiesa (con bibliografia), in Dizionario del Concilio Ecumenico Vaticano Secondo, Roma 1969, pp. 710-769; AA.VV., La Chiesa nel mondo contemporaneo, 3ª ed. Torino 1967; AA.VV., La costituzione pastorale sulla Chiesa, 2ª ed. Torino - Leumann 1966; AA.VV., La costituzione dommatica sulla Chiesa, 3ª ed. - Leumann 1966; AA.VV., La Madonna nella Costituzione «Lumen Gentium», Milano 1967; DE FIORES S., Maria nella teologia contemporanea, 2ª ed. Roma 1987; e la vita, l'apostolato e gli scritti di Padre Pio. (9) Cf. VOZZI A., vescovo di Cava dei Tirreni, I tre amori dei santi: gli amori di Padre Pio, in La Casa Sollievo della Sofferenza 21 (16-30 giugno 1970) 6.; Cfr. anche BERNARDINO DA SIENA, Padre Pio, la Chiesa, la Madonna, in Atti del primo convegno sulla spiritualità di Padre Pio (S. Giovanni Rotondo, 1-6 maggio 1972), S. Giovanni Rotondo 1973, 131-153. (10) PELLECCHIA R., vescovo di Castellamare di Stabia, cf. La Casa Sollievo della Sorrerenza 21 (16-30 aprile 1970) 10. (11) LERCARO card. G., Padre Pio da Pietrelcina. Commemorazione [8 dic. 1969], Roma 1969, p. 30 s. (12) Cf. La Casa Sollievo della Sofferenza 21 (1-30 sett. 1970) 13; 20 (1-30 sett. 1969) 12. (13) URSI card. C., Il messaggio di Padre Pio, in Voce di Padre Pio 2 (luglio - agosto 1971) 4. (14) LERCARO card. G., Commemorazione di Padre Pio da Pietrelcina (Trapani 25 maggio), Trapani 1969, p. 19. (15) Ivi, p. 19. (16) Cf. La Casa Sollievo della Sofferenza 20 (1-15 maggio 1969) 9. (17) MEDI E., cf. La Casa Sollievo della Sofferenza 20 (1-15 novembre 1969) 10. (18) CIAPPI L., Padre Pio alla luce del suo epistolario, in Oss. Rom. 26.3.1971. (19) Parole di PAOLO VI, cf. Oss. Rom. 2.3.1972. (20) Cf. La Casa Sollievo della Sofferenza 20 (1-15 maggio 1969) 9. (21) Cf. PADRE PIO DA PIETRELCINA, Pensieri, esperienze, suggerimenti. Florilegio dall'Epistolario a cura di Melchiorre da Pobladura, S. Giovanni Rotondo 1972, 177-189; BERNARDINO DA SIENA, Padre Pio, la Chiesa, la Madonna, in Atti del 1°; convegno sulla spiritualità di Padre Pio (S. Giovanni Rotondo, 1-6 maggio 1972), S. Giovanni Rotondo 1973, pp. 131-153. (22) PALAZZINI card. P., La «Marialis cultus» e il rosario, in Oss. Rom. 18.5.1974. (23) Ivi. (24) Cf. LOTTI F., Il rosario e Padre Pio, in La Casa Sollievo della Sofferenza 21 (1-15 luglio 1970) 11. (25) MONDRONE D., La vera grandezza di Padre Pio, S. Giovanni Rotondo 1969, p. 21. (26) Cf. PADRE PIO DA PIETRELCINA, Pensieri, esperienze, suggerimenti. Florilegio dall'Epistolario a cura di Melchiorre da Pobladura, S. Giovanni Rotondo 1972, pp. 11-28. (27) LERCARO card. G., Padre Pio da Pietrelcina, Commemorazione (8 dic. 1968), Roma 1969, pp. 14-17. (28) LERCARO card. G., Commemorazione di Padre Pio da Pietrelcina (25 maggio 1969), p. 16ss. (29) CARTA P., arciv. di Sassari, cf. La Casa Sollievo della Sofferenza 20 (1-30 aprile 1969) 6. (30) LERCARO card. G., Commemorazione di Padre Pio da Pietrelcina (25 maggio 1969), Trapani 1969, pp. 16ss. (31) Ivi, p. 18. (32) Ivi. (33) CRISPINO DI FLUMERI. Irradiazione benefica della carità di Padre Pio. Itinerarium mentis in Deum et homines, in Atti del 1°; convegno di studio sulla spiritualità di Padre Pio (S. Giovanni Rotondo 1-6 maggio 1972), S. Giovanni Rotondo 1972, pp. 285-300. (34) LERCARO card. G., Commemorazione di Padre Pio da Pietrelcina (25 maggio 1969), Trapani 1969, pp. 11-23. (35) Cf. CARMELO DA SESSANO DEL MOLISE, Brevi cenni sulle opere sociali di Padre Pio, dattiloscritto, pp. 1-13. (36) Cf. URSI card. C., I due cortei, in Voce di Padre Pio 2 (settembre 1971) 15. (37) Cf. MICHELE DA S. GIOVANNI ROTONDO, Come è sorta la Via Crucis, in Voce di Padre Pio 2 (luglio-agosto 1971) 45. (38) URSI card. C., art. cit., p. 5. (39) Cf. Voce di Padre Pio 2 (giugno 1971) 6. (40) Cf. La esortazione apostolica di PAOLO VI, Evangelii nuntiandi (8 dic. 1975). (41) Cf. SIRI card. G., Commemorazione nel quarto anniversario del transito di Padre Pio, in Liguria Francescana 6 (ottobre 1972) 2s. (42) Ivi. (43) Cf. La Casa Sollievo della Sofferenza 20 (16-30 giugno 1969) 15. (44) Cf. LAMBRUSCHINI F., Padre Pio e la vocazione universale alla santità, in Oss. Pom. Dom. 6. 1968. (45) Cf. Voce di Padre Pio 4 (gennaio 1973) 11. (46) Cf. Voce di Padre Pio 3 (settembre 1972) 7. |
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